Chi installa degli impianti fotovoltaici presso la propria abitazione o azienda, spesso si chiede se è possibile vendere energia elettrica al fine di ottenere un guadagno economico dal proprio investimento.
In questo articolo, esploreremo il funzionamento della vendita di energia elettrica nel 2023 e valuteremo se questa pratica possa essere davvero conveniente. Scopriremo i meccanismi di base e gli aspetti chiave da considerare per coloro che desiderano mettere in vendita l'energia prodotta dai propri impianti.
Come si può vendere energia elettrica?
Chi installa un impianto fotovoltaico è in grado di generare autonomamente l'energia necessaria per coprire il consumo domestico o della propria azienda. Tuttavia, quando la produzione di energia supera il consumo effettivo, sorge la possibilità di mettere in vendita l'energia prodotta in eccesso, cioè di introdurla nella rete e trarne un profitto economico.
La quantità di energia immessa nella rete viene remunerata dal fornitore e dal gestore della rete, i quali a loro volta la rivendono a una vasta gamma di clienti, che possono essere sia famiglie che aziende, pubbliche amministrazioni o esercizi commerciali.
Il gestore della rete stabilisce il valore dell'energia elettrica basandosi sul prezzo di mercato, che i clienti finali pagano sulle proprie bollette.
La vendita di energia elettrica nella rete è un'alternativa al concetto di "scambio sul posto" per gli impianti con una potenza fino a 20 kW, mentre diventa un requisito obbligatorio per i sistemi con una potenza superiore a tale soglia (20 kW).
Posso produrre e vendere energia elettrica: scambio sul posto e ritiro dedicato
La cessione di energia elettrica può avvenire in due modi: parziale, quando solo una parte dell'energia prodotta viene inserita nella rete, oppure totale, quando l'intera quantità generata viene immessa nella rete senza l'utilizzo per autoconsumo.
Per la vendita dell'energia prodotta da un impianto fotovoltaico, esistono due modalità: indiretta, tramite accordo con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), o diretta sul mercato libero, tramite la Borsa Elettrica o un grossista.
Chi installa un impianto ha, quindi, la possibilità di scegliere tra due tipi di contratti: lo Scambio sul Posto (SSP) e il Ritiro Dedicato (RID).
Con lo Scambio sul Posto, l'utente riceve un rimborso parziale sulle bollette già pagate durante l'anno per l'energia immessa nella rete, e può prelevare l'energia quando l'impianto non la produce, come ad esempio nel corso della notte. Con questo sistema, il cliente può compensare in parte l'energia immessa nella rete con quella prelevata e pagata in bolletta.
Il secondo tipo di contratto, il Ritiro Dedicato, permette di vendere direttamente l'energia al GSE a prezzi minimi garantiti, ossia alle tariffe di mercato stabilite ogni anno dall'Autorità di Regolamentazione per Energia, Reti e Ambiente (Arera). I prezzi minimi garantiti rappresentano un prezzo minimo richiesto dal gestore per acquistare l'energia, che viene poi venduta per conto del produttore.
Questa modalità di convenzione si applica a una serie di impianti, compresi quelli alimentati da fonti rinnovabili con potenza inferiore a 10 MVA, quelli con potenza uguale o superiore a 10 MVA alimentati da fonti rinnovabili diverse dalla fonte solare, eolica, geotermica, del moto ondoso, mare motrice e idraulica, e impianti eolici, solari, geotermici, del moto ondoso e idraulici di qualsiasi potenza.
Come viene calcolato il guadagno dalla vendita dell'energia elettrica?
Per commerciare l'energia elettrica auto prodotta da un impianto fotovoltaico e ottenere un profitto, è essenziale avere installato un contatore che consenta di calcolare con precisione l'energia immessa nella rete e di determinarne il valore.
Al fine di calcolare i guadagni derivanti dalla vendita di energia elettrica, occorre sottrarre l'energia consumata da quella in eccesso. Per calcolare l'energia utilizzata, si moltiplica il prezzo di mercato per l'energia prelevata, mentre per l'energia consumata, si moltiplica il prezzo di mercato per l'energia consumata e si sottrae questa cifra dal totale.
Nel caso dello scambio sul posto, l'energia viene pagata al prezzo di mercato, con l'aggiunta di oneri e servizi associati. Nel ritiro dedicato, l'energia è ritirata e compensata sempre al prezzo di mercato, che varia tra valori minimi e massimi compresi tra 3 e 10 centesimi di euro per kWh.
Il PUN, prezzo medio di riferimento dell'energia elettrica, è attualmente di circa 11 centesimi di euro per kWh. Pertanto, la vendita di energia elettrica può risultare redditizia solo se proviene da impianti di grandi dimensioni in grado di coprire i costi di installazione e gestione.
Sebbene l'installazione di impianti fotovoltaici possa rappresentare un buon investimento grazie agli incentivi statali, i valori attuali del mercato dell'energia elettrica rendono difficile ottenere profitti considerevoli una volta coperti i costi di manutenzione, come la pulizia dei pannelli e dei filtri, le riparazioni e i costi delle batterie al litio.
Solo i privati possono vendere energia elettrica?
No, la vendita di energia elettrica non è limitata agli impianti domestici, ma si estende a tutte le tipologie di impianti, compresi quelli commerciali come aziende agricole, capannoni, magazzini e industrie.
Un'alternativa alla vendita di energia elettrica: l'utilizzo di un sistema di accumulo
Invece di vendere l'energia prodotta in eccesso alla rete, esiste un'alternativa più sostenibile e redditizia: l'utilizzo di un sistema di accumulo energetico, come il BLUETTI EP600/B500.
Questo dispositivo è progettato per immagazzinare l'energia in eccesso prodotta dai pannelli solari durante il corso della giornata, per poi utilizzarla durante la notte o nei periodi di interruzione dell'energia.
Tramite questa modalità hai la possibilità di ridurre la quantità di elettricità prelevata direttamente dalla rete elettrica tradizionale nel momento in cui il tuo impianto non produce energia e, quindi, di conseguenza, diminuire l'importo totale della bolletta.
Con una capacità modulare da 4.960Wh a 39.680Wh, questo sistema di accumulo energetico può alimentare la maggior parte delle abitazioni anche per un'intera giornata.
Grazie a una potenza di uscita trifase fino a 12.000W, il Bluetti EP600/B500 è, inoltre, in grado di soddisfare le esigenze energetiche dei principali elettrodomestici, come frigoriferi, condizionatori d'aria e forni a microonde.
FAQ
Quanto si guadagna a vendere l'energia elettrica?
In media, l'energia venduta tramite lo Scambio Sul Posto viene compensata a circa il 50-60% del costo che si paga normalmente in bolletta. È importante notare che oltre il 30% della bolletta è rappresentato da imposte e tasse, che naturalmente non sono incluse nel rimborso ottenuto attraverso il meccanismo dello Scambio Sul Posto.
Come funziona la vendita di energia elettrica?
La vendita di energia elettrica coinvolge la cessione di energia prodotta da un impianto elettrico a un acquirente, che può essere un consumatore finale o un fornitore. Questa energia può essere venduta direttamente sul mercato, attraverso contratti bilaterali o meccanismi di scambio, e i pagamenti avvengono in base a tariffe o prezzi di mercato.
Quanto ti pagano l'energia elettrica al kW?
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) paga un prezzo variabile, ma in media, esso si attesta circa 0,11 € per ogni kWh di energia immessa in rete dall'impianto fotovoltaico.
Conclusione
In conclusione, la vendita di energia elettrica può rappresentare una fonte di guadagno per coloro che producono un'eccessiva quantità di energia con i loro pannelli solari. Tuttavia, è importante considerare anche delle soluzioni alternative.
Il sistema di accumulo energetico Bluetti EP600/B500, ad esempio, offre un'opzione efficiente e sostenibile. Questo dispositivo consente, infatti, di immagazzinare l'energia in eccesso prodotta durante il giorno per utilizzarla durante la notte o nei periodi di interruzione dell'energia.